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SALERNO JAZZ VOICE

Venerdi 29 aprile 2022

Il repertorio della sezione “Jazz Voice” del “Coro del Ritmo e dell’Improvvisazione”, con la supervisione del pianista e compositore Francesco Nastro, ha preso ormai corpo per gli studenti del coro dell’Istituto Comprensivo “Gennaro Barra” di Salerno (così come nelle altre scuole di Napoli, Caserta, Benevento e Avellino).

Si parte cambiando il ritmo di “Tu vuo fa l’americano” di Renato Carosone: le risposte dell’accompagnamento vengono modificate e sostituite con “Mr. Saxobeat” di Alexandra Stan – brano che spopola tra i ragazzi, che apprendono così il lavoro del compositore-arrangiatore, che può manipolare gli elementi della musica e ordinarli in modo diverso, per creare una diversa evoluzione musicale; aggiungendo anche “Soul bossa” di Quincy Jones, uno dei pezzi più colti della tradizione jazzistica.

Con un gioco di “call and response”, improvvisando melodie su un giro, viene poi esaltato l’andamento di “Un vero amico in me” di Randi Newman – un classico Disney – per insegnare ai ragazzi il blues classico, uno degli elementi primari da cui è nato poi il genere jazz.

È  poi la volta di “My favorite thing”, un altro classico fra gli standard jazz, cantato dal coro in italiano dal coro e sincronizzato – nella parte della strofa – ad una linea ritmica prodotta con la “body percussion”.

“Peixinos do mar” di Milton Nascimento, invece, viene cantata nella versione originale portoghese, esaltando la musicalità della lingua, e spiegando quanto la scelta di un idioma sia parte fondamentale dell’arrangiamento stesso del brano.

Per interpretare “Lo chiederemo agli alberi” di Simone Cristicchi, una dolce ballata che esalta la bellezza della natura, i ragazzi del coro producono col corpo una serie di suoni che imitano proprio i fenomeni naturali: la pioggerellina leggera, il vento, il tuono. A un certo punto però la musica cambia, e si trasforma in un groove veloce e ritmico, fino a sfociare nel meraviglioso “Birdland” dei Weather Report. Il ritorno al brano di Cristicchi conserva la base ritmica e armonica di “Birdland”, fino all’inciso finale, col coro che rimane da solo a cantare, mentre il pubblico porta il tempo battendo le mani.

“In fondo al mar” di Alan Menken – un altro classico Disney – col suo andamento latino si contamina con “Spain” del grande Chick Corea, sulla cui musica i ragazzi hanno composto un testo, e il coro propone un “call and response” con le note del pianoforte.

Si conclude con “Monkiana”, un medley di brani originali del grande Thelonious Monk, con il coro che suona le percussioni, proponendo di volta in volta le diverse linee ritmiche, in un gioco di improvvisazione e creatività: perché con un approccio creativo e naturale può esser divertente anche studiare un autore “colto” come Monk!

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