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Finalmente in scena

Con il concerto di domenica 19 dicembre al Teatro Politeama, il progetto “Young Jazz Lab” è entrato nel cuore di Napoli.

L’“Orchestra del Ritmo e dell’Improvvisazione” si è esibita davanti ad un pubblico di oltre 350 persone: numero ovviamente limitato
per le restrizioni covid, e per poter gestire la serata in tutta sicurezza).

L’ensemble, composta da 70 ragazzi selezionati tra gli studenti delle scuole campane, è stata diretta da Francesco Nastro,
affiancato dai tutor Manuela Renno (coro) e Annibale Guarino (fiati).

Il pubblico è stato accolto dalle immagini del docufilm “Vesuvius Jazz”, che racconta, in poco più di mezz’ora, l’avventura del festival
nato nel 1996 a Pomigliano d’Arco e arrampicatosi poi fin sul cratere del Vesuvio, per riscoprire, al ritmo del grande jazz, cultura, tradizioni
e bellezze della Campania.

Per la brevissima introduzione, accanto ad Onofrio Piccolo – ideatore e direttore artistico del festival, nonché presidente della
Fondazione Pomigliano Jazz – c’erano i coordinatori del progetto, Francesco Nastro e Giuseppe Pesce.

Tra il pubblico in sala, anche la dott.ssa Maria Somma, responsabile dell’autorità di gestione FSE della Regione Campania che,
attraverso il “Programma Scuola Viva” dell’Assessorato all’Istruzione, ha reso possibile il progetto “Young Jazz Lab”,
cofinanziato dal Ministero della Cultura e patrocinato dal Comune di Pomigliano d’Arco.

Oltre a dirigere, Francesco Nastro ha introdotto i vari brani in scaletta, raccontando come sono nate – nel corso di prove e lezioni –
le singolari contaminazioni, tra tradizione napoletana e standard jazz, fino al rock e al funk, sull’onda dell’entusiasmo e della creatività
dei giovanissimi componenti dell’orchestra. “Yes I know My Way” di Pino Daniele ha incontrato così “Freddie Freeloader” di Miles Davis;
“Smoke on the Water” dei Deep Purple ha fatto irruzione in “Zitti e Buoni” dei Maneskin; “Mr. Saxobeat” ha dato un ritmo nuovo
a “Tu vuò fa’ l’Americano” di Carosone, fondendosi anche con e “Soul Bossa Nova” di Quincy Jones.

Poi è stata la volta di un classico della tradizione popolare napoletana e campana, che affonda le sue radici a Pomigliano: “Vesuvio” dei Zezi
– non a caso, richiesto anche per il “bis” finale – che ha incontrato due giganti come Herbie Hancock (con “Watermelon Man”)
e Miles Davis (con “So What”).

Ancora un incontro tra classici, con la tammurriata della “Rumba degli Scugnizzi” della Nuova Compagnia di canto popolare che si è
intrecciata alle note di “Last Train Home” di Pat Metheny.

“Young Jazz Lab” non si ferma con questo bellissimo concerto.

Nelle prossime settimane sono previste ancora una serie di “guide all’ascolto” per i ragazzi.

E per tutto il mese di gennaio continueranno le visite guidate alla mostra “Sound Stories – Jazz e altre storie”, allestita
al Palazzo dell’Orologio di Pomigliano d’Arco, con laboratori didattici e musicali che coinvolgeranno complessivamente
circa 2.000 studenti provenienti dalle 12 scuole che partecipano al progetto.

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