In scena ad Avellino
4 novembre 2022
Col concerto finale – a cui hanno assistito docenti, genitori e studenti – si è concluso oggi il percorso del “Coro del Ritmo e dell’Improvvisazione” di “Young Jazz Lab” che ha coinvolto gli studenti dell’Istituto Comprensivo “Regina Margherita-Leonardo da Vinci” di Avellino.
Al plesso di piazza Solimena, accolta dall’ex d.s. Fiorella Pagliuca e dalla prof. Paola Gianfelice che le è succeduta, c’era anche l’Assessore alla Scuola, politiche sociali e giovanili della Campania Lucia Fortini – sempre attenta ed entusiasta dell’iniziativa – insieme al presidente della Fondazione Pomigliano Jazz, Onofrio Piccolo. “Young Jazz Lab” è infatti un progetto finanziato dalla Regione nell’ambito del programma “Scuola Viva”, che ha coinvolto 12 scuole e oltre mille studenti campani.
Accanto ai ragazzi, sul palco, i musicisti che li hanno guidati in questi mesi nelle lezioni della sezione “Jazz Voice”: Francesco Nastro, pianoforte e coordinamento musicale; Luigi Di Nunzio al sassofono, Antonio Napolitano al contrabbasso e Raffaele Natale alla batteria. A dirigere il coro, Licia Lapenna.
Ognuno dei brani del repertorio componeva una piccola suite. Si parte con “Tu vuo’ fa l’americano” di Renato Carosone, eseguito con un ritmo variato e con le risposte dell’accompagnamento modificate e sostituite col brano “Mr. Saxobeat” di Alexandra Stan. Esperimento che ha permesso ai ragazzi di entrare nel lavoro del compositore-arrangiatore, che può manipolare gli elementi e ordinarli diversamente, dando vita ad un’evoluzione musicale, incontrando anche le note di uno brani più colti della tradizione jazzistica, come appunto “Soul bossa nova” di Quincy Jones.
Secondo brano in scaletta, “Un vero amico in me” di Randi Newman, classico Disney dall’andamento blues, con cui i ragazzi hanno preso dimestichezza con lo storico ritmo popolare da cui si è sviluppato il Jazz; improvvisando una “call and response” su un classico giro “Rhythm and blues”.
Il concerto continua con “Lo chiederemo agli alberi” di Simone Cristicchi, dolce ballata che accarezza la bellezza della natura, col coro che ne imita i suoni (dalla pioggerellina al tuono, al vento) solo attraverso suoni e percussioni del corpo. La delicata melodia si trasforma lentamente in un groove veloce e ritmico, fino a sfociare nel meraviglioso “Birdland” dei Weather Report. Per poi rafforzare il ritmo del brano di Cristicchi, fino all’inciso finale, col coro che rimane da solo, sostenuto dal ritmo delle mani del pubblico.
Segue “In fondo al mar” di Alan Menken, classico della Disney, che col suo andamento latino si intreccia col jazz di “Spain” del grande Chick Corea, mentre il coro improvvisa una “call and response” con le note del pianoforte.
“Monkiana” è invece un medley di pezzi originali di Thelonious Monk, in cui il coro suona le percussioni, proponendo di volta in volta delle linee ritmiche ispirate ai vari brani, in un gioco di improvvisazione e creatività che piega ad un approccio creativo e divertente anche un autore “coltissimo” come Monk.
Si chiude infine con un blues, per presentare, sulle note improvvisate, i vari componenti del coro.
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