Apre anche al pubblico “Sound Stories”
La performance artistica di Salvatore Ravo e il pianoforte di Francesco Nastro hanno composto “Il colore del suono” con cui stasera è stata inaugurata ufficialmente la mostra multimediale “Sound Stories”, realizzata al Palazzo dell’Orologio di Pomigliano d’Arco a supporto del progetto “Young Jazz Lab”, ma destinata – oltre che agli studenti – ad un ampio pubblico.
“Sound Stories” è infatti e suggestivo viaggio nella storia delle tecnologie per riprodurre e registrare la musica, ma anche un viaggio nella storia del Jazz, attraverso la proposta di brani su vari supporti, dall’analogico al digitale, video e foto, materiali e altri documenti legati a personaggi, aneddoti, frammenti storici.
Un percorso di ascolti che si snoda parallelamente al racconto dell’evoluzione delle macchine della musica: dal fonografo al grammofono, dagli strumenti meccanici all’era elettrica, con nuovi supporti di vari formati e velocità; dall’avvento del nastro magnetico – che segna una svolta persino nelle modalità di composizione – al “compact disc” e alla registrazione digitale, fino ai moderni MP3.
L’allestimento delle Macchine della musica è seguito da una sintesi della grande mostra-in-costruzione – Cover Art ‘N Jazz e Lo Sguardo di Reinhold Kohl – che, arricchendosi di anno in anno, attinge all’archivio documentale e digitale della Fondazione Pomigliano Jazz per raccontare le iniziative più significative del festival, nato nel 1996.
Cover Art ‘N Jazz è una selezione di copertine originali realizzate da grandi artisti e fotografi per album jazz, in particolare degli anni ’60 e ’70. Una rassegna di immagini, colori e soggetti ispirati alle copertine di 33 giri; ma anche un viaggio tra la psicologia e le emozioni che stanno dietro le scelte artistiche e stilistiche.
Lo Sguardo di Reinhold Kohl è un estratto del lavoro fotografico – artistico e di documentazione – realizzato in occasione del festival 2005, che non si limita a riprendere concerti e musicisti, ma racconta con curiosità tutte le attività e la vita che ruota intorno a Pomigliano Jazz.
Il festival e la sua città. Il festival che diventa identità di un luogo. Il festival spazio intergenerazionale e motore culturale di un territorio. Il festival che accoglie i bambini, con i suoi laboratori creativi. Il festival che non è mai autoreferenziale.
Un racconto che prende corpo a Pomigliano d’Arco, la città all’ombra del Vesuvio dove nel 1996 è cominciata la febbre del Jazz, che da oltre 26 anni porta in Campania i più grandi artisti della scena nazionale e internazionale, coinvolgendoli in un laboratorio culturale che continuamente si contamina e si rinnova.
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